L’importanza della relazione madre-bambino nel gioco.
La relazione emotiva primaria quotidiana tra il bambi- no e la madre è fondamentale allo sviluppo delle rela- zioni e del linguaggio; gli affetti e le emozioni, infat- ti, sono i regolatori delle prime fasi dello sviluppo e nascono non solo dalle interazioni con la madre ma anche da un sistema motivazionale innato che guida il bambino nei suoi movimenti verso l’oggetto esterno.
Tali movimenti innati e presenti nell’affettività del gio- co con la madre (non escludendo il padre) generano il linguaggio armonico. Il Linguaggio nasce e cresce in modo fluente nella visione di abilità imitative di movi- menti ed emozioni collegati dato che i bambini hanno un modello di apprendimento verbale-cognitivo fon- dato sulla capacità di imitare le espressioni del volto umano, assorbendole.
Il gioco ludico con la madre è il momento di crescita armonica del linguaggio nei primi 3 anni di vita. Si ini- zia così a modellare il linguaggio attraverso le cosidette protoconversazioni fondate su sorrisi, vocalizzi, imita- zioni motorio-verbali delle espressioni del volto della madre. E’ importante giocare con un tempo scandito da turni, dato che il linguaggio verbale diverrà armoni- co esattamente quando questo assorbimento cognitivo del tempo verrà assorbito. Le disfluenze verbali, infatti, sono quasi sempre linguaggio fuori tempo nella motri- cità e nella respirazione. Il gioco e la relazione con la madre devono avere una forte componente affettiva così da indurre il bambino a sentire ed acquisire un senso di sicurezza, armonia, tempo e padronanza men- tre, se la madre non mostra accoglienza e disponibi- lità emotiva, il bambino pensa di non essere in grado di comunicare con la madre con riflessi nella crescita delle capacità di comunicazione verbale. Questo pro- cesso deve iniziare tra i 3 e i 6 mesi di vita del figlio:il gioco e il linguaggio. Il linguaggio che cresce armonico deve passare attraverso una comunicazione ludica che si realizzi secondo un modello di attaccamento sicuro, dove la mamma lascia autonomia al bambino ma nello stesso tempo lo segue, senza i linguaggi ristretti del co- mando, giocando insieme con sentimento, senza trop- pa protettività ne troppe richieste esigenti. Il bambino si sente in questo modo pensato dalla madre e viene così stimolato ad esplorare attraverso il gioco il mondo delle domande e delle risposte. Ricordiamo che è importan- te, per la crescita dell’armonia del linguaggio, lasciar giocare il bambino con il suo vocabolario gestuale nei confronti del corpo della mamma perchè attraver- so la manipolazione soddisfa non solo in piacere ma anche instaura una relazione fonte sicura di motricità condivisa e dunque di conseguenti pa- role e linguaggio. Il processo di acquisizione del linguaggio nasce e si evolve bene nello scambio di ciò che il bambino desidera con ciò che l’adulto accoglie affettivamente e propone con la postura- lità imitativa. così il gesto dell’indice puntato verso determinati oggetti ritenuti interessanti da parte del bambino deve richiamare l’attenzione della madre e deve essere condiviso con entusiasmo in un con- testo di risonanza degli affetti sia relazionale che motorio-verbale-gestuale. “Se la madre partecipa alle scoperte ed alle richieste avanzate dal proprio figlio,coivolgendosi in un rapporto di gioco reci- proco, facilitando l’imitazione e l’identificazione, allora potrà subentrare la comunicazione verbale”. (Mahler)
“L’interazione del gioco madre-bambino diventa la dimensione ideale in cui nasce il dialogo lingui- stico ed emerge il vocabolario: gesti comunicativi prodotti a 12 mesi, ampiezza relativa del vocabola- rio a 18 mesi, buon numero di morfemi per enun- ciato verso i 20 mesi, frasi interrogative prodotte a 36 mesi”(Main). Lo schema di Main si collega al fatto che giocando si tenta di procurare piacere alla madre attraverso l’affetto dono del giocattolo e viceversa: il mondo circolare del linguaggio pren- de forma nella motricità posturale e diviene suono verbale. La relazione madre bambino attraverso il gioco è in grado di rendere il bambino verbalizzan- te con un livello di consapevolezza e con la capa- cità di denominare dimensione ed oggetti in modo percettivo e funzionale nel periodo che va dai 18 ai 36 mesi di vita.