Il dottor Marco Santilli, abruzzese, con l’associazione La Nuova Parola e il centro specialistico dedicato, da oltre vent’anni cura i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento
Capita spesso che i balbuzienti siano persone costrette a tenere discorsi davanti a un vasto pubblico. Lo stesso Giorgio VI d’Inghilterra soffriva di una grave forma di balbuzie e forse non tutti sanno che anche Alessandro Manzoni, Demostene e Paolo Bonolis erano balbuzienti. Già Aristotele studiava questo problema. Il professor Marco Santilli, che da oltre vent’anni opera in questo campo, ha spiegato che i balbuzienti sono spesso persone molto intelligenti, sensibili e intuitive. Santilli, specializzato in “disturbi del linguaggio e dell’apprendimento”, è presidente dell’Associazione italiana La Nuova Parola, che si occupa di ricerca scientifica nel campo della balbuzie, e fondatore del Centro specialistico per l’eliminazione della balbuzie. Il centro, con sede principale a Roma, ha 23 sedi operative in tutta Italia, di cui due in Abruzzo: a Pescara e Vasto. L’associazione del professor Santilli organizza corsi per adulti e ragazzi affetti da questo tipo di disturbo e promuove seminari e convegni rivolti agli insegnanti. Marco Santilli ha affermato che per curare la balbuzie bisogna capire che cosa essa sia: è una disabilità del parlato, dovuta ad ansia verbale, a tensione nervosa ed emotiva, a un tessuto cognitivo ereditario; è un problema di tipo sociale dunque. Bisognerà pertanto intervenire anche sull’autostima e sulla motivazione e in questo contesto il coinvolgimento della famiglia e della scuola, per quanto riguarda i ragazzi, è molto importante. Il corso di Santilli dura 14 giorni e in Abruzzo si svolge presso il Grand Hotel Montesilvano, con due appuntamenti fissi annuali, che quest’anno cadranno il 12 giugno e il 23 luglio; in passato hanno partecipato fino a 150 famiglie provenienti da tutta Italia. Durante la prima settimana di corso si intraprende un lavoro tecnico con esercizi particolari come quello della lettura “pentagrammata”, legata ai principi dei tempi motori armonici. Con questo esercizio si definiscono le giuste pause, si spiega quale sia la corretta emissione dell’aria, e si interviene per eliminare i blocchi e l’apnea fonica; il balbuziente infatti quando canta non ha problemi perché le parole hanno un flusso continuo e sono regolate da ritmo e melodia. Nella seconda settimana vengono intrapresi lavori di supporto psicologico, che puntano all’accrescimento dell’autostima, con prove da ansia verbale. Nei successivi venti mesi ci saranno dei richiami per consolidare quanto appreso e per motivare il paziente. Il corso è di tipo intensivo, per cui già dopo i primi 3 o 4 giorni, l’allievo vedrà miglioramenti ed è possibile arrivare a recuperare una fluenza normalizzata.