Terapia operante. Questo metodo riabilitativo parte dal presupposto teorico che la balbuzie sia un disturbo acquisito e mantenuto secondo il principio del condizionamento operante; è proprio per questo che viene definita teoria operante.
La balbuzie sarebbe quindi la risposta ad uno stimolo negativo dell’ambiente.
Il rinforzo può avvenire per ottenere una ricompensa, come attenzione e comprensione, oppure per evitare le responsabilità. Il programma da seguire prevede tre fasi:
1)Fase di cancellazione: il soggetto deve parlare liberamente per 4 minuti ed essere fermato dal terapeuta ad ogni parola balbettata e poi ripeterla.
2)Fase di sforzo: il soggetto deve parlare per 40 minuti e si deve fermare da solo sulla parola balbettata e ripeterla fluentemente.
3)Fase di preparazione: il paziente deve ormai anticipare il blocco e controllarsi.
Terapia cognitivo-comportamentale
Alla base di questa teoria c’è la convinzione che la balbuzie sia un disturbo appreso e mantenuto secondo le regole del condizionamento classico di Pavlov. Infatti, se di fronte alla disfluenza il genitore tende a punire il balbuziente o a correggerlo, esso inizierà a provare ansia che si trasferirà nell’atto del parlare. La terapia ha l’obiettivo di aiutare il paziente a vincere l’ansia ed affrontare le situazioni temute attraverso esercizi di respirazione, la
crescita dell’autostima e la gestione delle emozioni. Possiamo schematizzare il trattamento in 6 fasi:
1)Tecniche di respirazione: si insegna al balbuziente a respirare correttamente, lentamente, facendo usicre le parole in concomitanza alla espirazione. Generalmente chi balbetta respira velocemente e parla in movimento immissivo, con l’aria residua; è fermato dal terapeuta ad ogni parola per questo che si sente soffocare e le parole non vengono pronunciate in modo fluido.
2)Rilassamento: al balbuziente vengono insegnate tecniche di rilassamento corporeo per controllare l’ansia.
3)Desensibilizzazione sistematica: è una tecnica che permette di superare le paure ed affrontare le situazioni temute. Il paziente elencherà al suo terapeuta tutte le sue paure partendo da quella che gli crea più ansia.
4)Terapia cognitiva: il balbuziente possiede una serie di idee, convinzioni e modi di pensare distorti che contribuiscono a mantenere la sua blabuzie. E’ necessario che il aterapeuta faccia capire al paziente che vale per quello che è realmente e non per quello che riesce a dire.
5)Training assertivo: il balbuziente spesso si pone davanti ai rapporti interpersonali in modo passivo o aggressivo. Se si presenta nella prima maniera tenderà a non esprimere le proprie opinioni e i propri bisogni per paura di ferire l’altro o risultare egoista; se apparirà aggressivo significherà che tenderà ad esprimere i suoi bisogni e i suoi diritti in modo irruento ed inappropriato, attaccando e umiliando l’altro. Con il training assertivo si vuole insegnare ad esprimere le proprie opinioni in maniera chiara senza ledere il proprio interlocutore.